LEZIONI IN CLASSE

LIBRETTO RAGAZZI

INQUINANTI

Ossidi di zoto

Formula chimica: NO , NO2
Caratteristiche
II monossido di azoto (NO) è un gas incolore, inodore e insapore, chiamato anche ossido nitrico, mentre il biossido di azoto (NO2) si presenta sotto forma di un gas rossastro di odore forte e pungente.
L’NO si forma in tutti i processi di combustione in presenza di aria per reazione dell’azoto con I’ossigeno atmosferico, soprattutto in condizioni di elevata temperatura.
L’NO così prodotto reagisce successivamente con l’ossigeno (O2) dell’atmosfera, dando origine al biossido di azoto – NO2 (il 10-15 % dell’NO prodotto si trasforma in NO2). La concentrazione di NO2 in aria dipende però anche da altri processi ossidativi, tra i quali è particolarmente rilevante la reazione dell’NO con l’ozono (O3) prodotto nelle ore di maggiore irraggiamento solare. L’ NO2 è dunque da considerare un inquinante secondario, anche se piccole quantità di questo gas si formano durante il processo di combustione stesso.
L’ NO2 è uno dei fattori inquinanti che attivano i processi di formazione dello smog fotochimico. In particolare la sua presenza conduce alla formazione perossiacetilnitrato (PAN), di acido nitroso (HNO2) e di acido nitrico (HNO3).

Sorgenti
Le principali sorgenti artificiali di NO, e dunque di NO2, sono gli impianti di riscaldamento, alcuni processi industriali e i gas di scarico dei veicoli a motore: in particolare per tale tipo di sorgente, a differenza dell’ossido di carbonio, le concentrazioni più elevate vengono emesse in condizione di accelerazione e marcia a velocità elevata (combustione a temperatura più elevata).
Tra le fonti di origine naturale vi sono invece l’azione dei fulmini, gli incendi e le emissioni vulcaniche.
In generale i motori diesel emettono più ossidi di azoto e particolato rispetto ai motori a benzina, i quali però emettono più ossido di carbonio e idrocarburi. Si stima che in Italia vengano emesse in atmosfera circa 2 milioni di tonnellate all’anno di ossidi di azoto, di cui circa la metà è dovuta al traffico degli autoveicoli.
Negli ambienti chiusi la concentrazione di ossidi di azoto risulta più elevata nelle cucine per le combustioni aperte dei fornelli e spesso si può arrivare a concentrazioni più elevate di quelle esterne. La diminuzione di questi inquinanti risulta comunque estremamente rapida non appena viene meno la causa della loro produzione.
Anche le loro concentrazioni presentano un andamento stagionale, che però è meno marcato rispetto a quello dell’SO2.

Effetti
Anche perché più stabile, NO2 è considerato più importante per gli effetti sulla salute umana: esso provoca irritazioni alle mucose degli occhi e danni alle vie respiratorie e alla funzionalità polmonare quali bronchiti croniche, asma ed enfisema polmonare. Lunghe esposizioni anche a basse concentrazioni provocano una drastica diminuzione delle difese polmonari con conseguente aumento del rischio di affezioni alle vie respiratorie.

Misure di controllo

  • Utilizzare preferibilmente caldaie a gas con camere di combustione sigillata;
  • Mantenere in perfetta efficienza le apparecchiature garantendo gli sfoghi verso l’esterno.
Ozono

Formula chimica: O3
Caratteristiche
L’ossigeno dell’aria si presenta abitualmente in forma di molecola (O2). Quando però si presenta in forma di molecola triatomica (cioè costituita da 3 atomi: O3) prende il nome di ozono.
E’ un gas altamente reattivo, di odore penetrante, ad alte concentrazioni di colore blu e dotato di elevato potere ossidante.
Nel dibattito ecologico contemporaneo, l’ozono compare in un duplice ruolo:
come ozono “buono”, presente naturalmente negli strati superiori della troposfera (10-15 km di quota), con funzione di filtro per la componente ultravioletta B e C della radiazione solare, altamente nociva per le cellule viventi. Questo è l’ozono di cui si parla in riferimento al problema dell’assottigliamento dello strato di ozono nelle regioni polari (buco dell’ozono); aI contrario I’ozono nell’aria respirabile (strati inferiori dell’atmosfera, a contatto con il suolo) è un indice di inquinamento dell’aria medesima (ozono “cattivo”) e ad esso ci si riferisce parlando dell’ozono come agente inquinante.

Sorgenti
L’ozono “cattivo” è generato a partire dall’azione della radiazione solare sulle molecole di biossido di azoto presenti in atmosfera.
Le reazioni dell’ozono con gli ossidi di azoto sarebbero tuttavia a bilancio complessivo nullo: sotto l’azione della luce solare si avrebbe un ciclo continuo di formazione e distruzione dell’ozono. Si ha accumulo di ozono solo se l’atmosfera, oltre ad essere inquinata da ossidi di azoto, contiene anche idrocarburi reattivi, trovandosi in situazione favorevole allo sviluppo di smog fotochimico.
L’ozono è quindi un tipico inquinante secondario, caratteristico dei mesi primaverili ed estivi a più alta insolazione. Esso raggiunge le maggiori concentrazioni alla periferia delle aree inquinate urbane: qui infatti le molecole di O3, prodotte durante le ore di sole in ambienti urbani inquinati e trasportate dalle brezze locali, incontrano aria più pura e possono accumularsi, in quanto nessun agente inquinante reagisce con esse distruggendole. In ambiente urbano inquinato invece nelle ore serali e notturne prosegue l’emissione di agenti inquinanti che reagiscono con l’ozono accumulato nelle ore di sole.
Nei locali chiusi (inquinamento indoor) le fonti di ozono possono derivare dall’uso di depuratori di aria, di lampade ultraviolette, di fotocopiatrici o stampanti laser.
In assenza di specifiche sorgenti, i fattori che tendono a ridurre la concentrazione di ozono negli ambienti confinati sono predominanti per cui, generalmente, nelle normali condizioni di ventilazione degli edifici la principale sorgente di ozono indoor resta l’aria esterna.

Effetti
L’ozono, gas irritante e aggressivo, ha effetti sull’uomo anche a concentrazioni minime e può provocare reazioni variabili da individuo ad individuo: la sensibilità all’ozono si manifesta con stanchezza, mal di testa, limitazione delle capacità respiratorie e, nel caso di concentrazioni maggiormente elevate, è particolarmente irritante per le vie respiratorie e per gli occhi. Provoca lesioni sulle foglie di alcuni vegetali. Su gomme e fibre tessili provoca alterazioni chimiche riducendo l’elasticità e rendendo fragile il materiale.
L’ozono è inoltre un gas serra, ovvero in grado di modificare, significativamente, anche a basse concentrazioni, l’equilibrio del sistema terra-atmosfera, producendo un riscaldamento globale dell’atmosfera. Il suo contributo percentuale al riscaldamento globale è stato stimato nell’8%, contro il 50% dell’anidride carbonica (CO2), il 20% dei clorofluorocarburi, il 16% del metano e il 6% del protossido di azoto (N2O).

Misure di controllo

  • Maggior controllo dell’inquinamento in genere
  • Un utilizzo razionale delle apparecchiature responsabili della produzione di ozono;
Particolato

Caratteristiche
Per particolato atmosferico si intendono tutte le particelle presenti in atmosfera, allo stato solido o liquido, che grazie alle loro minuscole dimensioni restano sospese nell’aria per periodi più o meno lunghi.
Queste sono in grado di influire sulla salute delle persone quando vengono inalate e raggiungono le vie respiratorie più profonde, arrivando agli alveoli polmonari e rilasciando alcuni elementi tossici che possono sciogliersi nel sangue. Le particelle vengono classificate secondo il diametro aerodinamico, e l’unità di misura convenzionalmente usata è il micrometro.
La classificazione convenzionale le suddivide in:
PM10, che include tutte le particelle di dimensioni molecolari fino a 10 micrometri di diametro;
PM2.5, che include tutte le particelle di diametro fino a 2.5 micrometri.
La composizione del particolato è estremamente variabile in base all’origine delle particelle (piombo, nichel, zinco, rame, cadmio, fibre di amianto, solfati, nitrati, idrocarburi policiclici pesanti, polvere di carbone e cemento).
La concentrazione viene espressa in microgrammi per metro cubo di aria (µg/m3).

Sorgenti
L’origine di tali particelle è di tipo naturale (sabbie, polveri delle eruzioni vulcaniche, pollini e spore) ed antropica: generalmente prodotte dalla combustione e dai processi industriali. Quelle prodotte dalla combustione (qualsiasi tipo di combustione: i motori delle auto, le sigarette, le candele, il riscaldamento, i caminetti, etc.) sono prevalentemente al di sotto del micrometro (frazione fine del particolato) e quindi sono le più pericolose.
Queste ultime soprattutto possono inoltre veicolare metalli pesanti (piombo, cadmio, zinco , ecc.) e, adsorbiti sulla loro superficie, molecole complesse di idrocarburi (idrocarburi policiclici aromatici ad alto peso molecolare).
Le principali sorgenti di particolato negli ambienti indoor sono gli apparati di combustione e il fumo di tabacco. Altre sorgenti secondarie sono: gli spray, i fumi degli alimenti cucinati, batteri e spore, pollini. Particelle più grossolane provengono essenzialmente dall’esterno (polveri, frammenti biologici, muffe) attraverso il trasporto umano, la deposizione e il successivo risollevamento.

Effetti
La nocività per la salute umana dipende sia dalla composizione chimica che dalla dimensione delle particelle: quelle di diametro superiore a 10 µm si fermano nelle mucose rinofaringee dando luogo a irritazioni e allergie; quelle di diametro compreso tra 5-10 µm raggiungono la trachea e i bronchi: quelle infine con diametro inferiore a 5 µm possono penetrare fino agli alveoli polmonari. Questa ultima classe di particelle è dunque particolarmente pericolosa sia per la composizione chimica sia per la dimensione. Le sostanze veicolate negli alveoli polmonari possono avere anche effetto cancerogeno.
Recentemente è stata avanzata l’ipotesi che infiammazioni causate da particelle ultrafini negli alveoli polmonari possano scatenare una risposta immunitaria, la quale porta, come conseguenza, un aumento nella coagulazione nel sangue e quindi un aumento del rischio di insorgenza di crisi cardiache in soggetti predisposti.
Proprio per questa particolare pericolosità del particolato fine, la legislazione italiana ha preso in considerazione la misura selettiva della frazione di particolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm, indicato come PM10, stabilendo per essa specifici valori di riferimento di concentrazione.
Il particolato atmosferico produce infine degradazione delle superfici esposte e riduzione della visibilità (foschia che spesso vediamo in aria e chiamiamo generalmente smog)
Su larga scala può produrre modificazioni sul clima.

Misure
Ci sono alcuni accorgimenti individuali che si possono tenere presenti al fine di ridurre l’esposizione al particolato aerodisperso:

  • Evitare di fare attività fisica molto forte nei giorni in cui la qualità dell’aria è molto bassa;
  • Evitare l’uso di camini nei giorni in cui la qualità dell’aria è molto bassa;
  • Ridurre il numero di spostamenti in strada nei giorni in cui la qualità dell’aria è molto bassa;
  • Guidare meno velocemente.
Benzene

Formula chimica: C6H6
Caratteristiche
II benzene è il composto aromatico più semplice ed ha un tempo di permanenza in atmosfera dell’ordine di un giorno.
Più precisamente, è un componente dei prodotti derivati dal carbone e dal petrolio e si trova anche nella benzina e negli altri carburanti. A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore che evapora all’aria molto velocemente. E’ caratterizzato da un odore pungente e dolciastro, la maggior parte delle persone può percepirlo in concentrazione molto basse.
Il benzene è una sostanza altamente infiammabile, ma la sua pericolosità è dovuta principalmente al fatto che è un carcinogeno riconosciuto per l’uomo.
Pur essendo dimostrata la sua pericolosità, per il suo ampio utilizzo il benzene è praticamente insostituibile; molte industrie lo utilizzano per produrre altri composti chimici e alcuni tipi di gomme, lubrificanti, coloranti, inchiostri, collanti, detergenti, solventi e pesticidi.

Sorgenti
Questo inquinante primario proviene per circa il 90% dagli autoveicoli, emesso per la maggior parte dai gas di scarico e , in misura inferiore, dall’evaporazione del combustibile. Sono particolarmente ricche di benzene alcune benzine “verdi” in cui esso è utilizzato come antidetonante in sostituzione del piombo. La parte restante proviene dalla distribuzione e immagazzinamento del combustibile e dalla combustione del legno e di altri composti organici, quali la nafta.
Anche il fumo di sigaretta contiene elevate concentrazioni di tale sostanza e rappresenta una notevole fonte di esposizione per i fumatori attivi e passivi.
In ambiente confinato le concentrazioni di Benzene possono raggiungere valori confrontabili a quelli dell’atmosfera esterna inquinata per effetto, come si è detto, del fumo di sigarette e dell’utilizzo di materiali per l’edilizia, colle, vernici, legnami, prodotti per la pulizia contenenti benzene come solvente. Le principali fonti del benzene all’interno degli ambienti chiusi provengono dall’esterno (i gas esausti dei veicoli a motore e le emissioni industriali), mentre il benzene in ambienti indoor proviene principalmente dal fumo di tabacco, dalle combustioni domestiche incomplete, dal carbone, dal petrolio, ed anche dai vapori liberati dai prodotti utilizzati nelle case che contengono benzene (ad esempio colle, vernici, cere per mobili, detergenti).
La concentrazione del benzene proveniente dall’esterno è particolarmente variabile, in quanto è soggetta ai cambiamenti dovuti sia alle condizioni meteorologiche sia alle attività lavorative giornaliere (sono le ore di maggior traffico che presentano i picchi di inquinamento da benzene).
Le concentrazioni esterne generalmente variano tra 5 e 20 µg/m3. In assenza di sorgenti interne, le concentrazioni “indoor” sono minori rispetto a quelle “outdoor”, ma in presenza di sorgenti interne, possono arrivare a valori anche considerevolmente superiori.

Effetti
L’esposizione al benzene avviene essenzialmente per inalazione (circa il 99% del benzene assunto), per contatto cutaneo o per ingestione (consumo di cibo o di bevande contaminate). Gli effetti tossici provocati hanno caratteristiche diverse e colpiscono organi sostanzialmente differenti secondo la durata della esposizione.
Effetti tossici acuti possono presentarsi dopo brevi esposizioni di 5-10 minuti a livelli molto alti di benzene nell’aria mentre livelli di concentrazione più bassi possono causare giramenti, sonnolenza, aumento del battito cardiaco, tremori, confusione e perdita di coscienza. Concentrazioni minori ma più prolungate nel tempo possono alterare la memoria e certe capacità psichiche. Il benzene è anche responsabile di molti disturbi ed effetti irritanti sulla pelle e sulle mucose (oculare e respiratoria, in particolare).
Gli effetti tossici cronici sono invece dovuti a periodi di esposizione molto lunghi a basse concentrazioni. L’affezione che preoccupa di più, sia a livello professionale che ambientale, è la comparsa del cancro del sangue dovuta all’esposizione ripetuta a concentrazioni di benzene (anche di pochi ppm) per decine di anni. Per esposizione cronica esso esercita un’azione tossica sul midollo osseo con possibile induzione di leucemia. Altri effetti sono a carico del sistema nervoso centrale.
Per tali motivi, il benzene viene classificato dall’IARC (lnternational Agency for Research on Cancer) nel gruppo I, cui appartengono tutte quelle sostanze per le quali è stato accertato il potere di induzione di tumore nell’uomo.
L’esposizione al benzene può comportare danni ai cromosomi, la parte delle cellule responsabile dello sviluppo delle caratteristiche ereditarie, ed agli organi riproduttivi. Inoltre da uno studio dell’istituto francese che si occupa dei rischi ambientali dell’industria è risultato che i bambini assorbono il benzene e i suoi derivati nella misura del doppio rispetto agli adulti.

Misure
Per le concentrazione di benzene che provengono dall’esterno potrebbe essere importante:

  • controllare ed eventualmente modificare i sistemi di parcheggio delle auto all’interno degli edifici con sistemi di ventilazione ed aerazione e altri metodi utili a ridurre la penetrazione del benzene nelle abitazioni a partire dai luoghi in cui sono posteggiate le auto;
  • se si abita su una strada molto trafficata non aprire le finestre per aerare nelle ore di punta.

Mentre per le concentrazioni indoor è importante:

  • cercare di eliminare o ridurre al massimo il fumo di tabacco;
  • controllare le etichette dei solventi e ricordare che il benzene nei solventi è tollerato come impurità solo fino al 2%. La sua indicazione sull’etichetta oltre a essere obbligatoria va separata dalle altre percentuali di solventi contenuti nei prodotti;
  • osservare bene la composizione delle vernici, evitando quelle con contenuti di solventi e preferendo le lacche diluite con acqua;
  • pulire frequentemente moquettes e tappeti.
Biossido di zolfo

Formula chimica: SO2
Caratteristiche
Gli ossidi di zolfo presenti nell’atmosfera sono l’anidride solforosa (SO2) e l’anidride solforica (SO3). L’anidride solforosa o biossido di zolfo è un gas incolore, irritante, non infiammabile, molto solubile in acqua e dall’odore pungente. Dato che è più pesante dell’aria tende a stratificarsi nelle zone più basse. Proviene essenzialmente dalla combustione del carbone o di altri combustibili fossili contenenti zolfo, usati per il riscaldamento. In misura molto minore (6-7%) proviene dalle emissioni dei veicoli diesel. Per questo motivo la concentrazione di SO2 presenta una variazione stagionale molto evidente, con i valori massimi nella stagione invernali.

Sorgenti
Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono principalmente dovute all’attività vulcanica, mentre grandi sorgenti antropiche di SO2 sono le centrali termoelettriche a carbone e alcuni processi industriali come quelli di produzione dell’acido solforico, nella lavorazione di molte materie plastiche, nell’incenerimento dei rifiuti.
In Italia l’emissione di biossido di zolfo è approssimativamente dovuta per il 5% al riscaldamento domestico, per il 40% ai processi industriali, per il 50% alla produzione di energia elettrica, e per il 5% ad altre sorgenti.
In ambienti indoor è presente nel fumo di carbone e di legna emesso da apparecchi di riscaldamento a cherosene e può dipendere anche dall’utilizzo di stufe e forni. L’SO2 presenta solitamente un fenomeno di rapida riduzione della concentrazione, dovuta alla deposizione su superficie interne (tende ed arredi) ed alla neutralizzazione con l’ammoniaca che si trova negli ambienti indoor a causa della presenza dell’uomo e degli animali.

Effetti
L’ SO2 è molto irritante per gli occhi, la gola e le vie respiratorie.
In atmosfera, attraverso reazioni con l’ossigeno e le molecole di acqua, contribuisce all’acidificazione delle precipitazioni, con effetti negativi sulla salute dei vegetali. Le piogge acide possono avere effetti corrosivi anche su materiali da costruzione, manufatti lapidei, vernici e metalli.

Misure
Essendo le fonti principali il traffico automobilistico e le attività industriali è buona norma aerare casa quando il livello d’inquinamento atmosferico è più basso. E’ inoltre importante verificare il grado di efficienza dei fornelli e delle caldaie a gas, e sottoporle a manutenzione regolare, oltre a collocarli in ambienti ben aerati. Laddove non sia possibile un posizionamento adeguato bisogna aerare la stanza in cui sono collocati.

Monossido di carbonio

Formula chimica: CO
Caratteristiche
E’ l’inquinante gassoso più abbondante in atmosfera; I’unico la cui concentrazione venga espressa in milligrammi al metro cubo (mg/m3), unità di misura 1.000 volte superiore al microgrammo al metro cubo (µg/m3 – milionesimo di grammo al metro cubo) usato per gli altri inquinanti.
E’ un gas incolore e inodore che interferisce con il normale trasporto di ossigeno presente nel sangue verso il resto del corpo. Proviene dalla combustione di materiali organici quando la quantità di ossigeno a disposizione e insufficiente.

Sorgenti
La principale sorgente di CO è rappresentata dai gas di scarico dei veicoli a benzina, soprattutto funzionanti a bassi regimi, come nelle situazioni di traffico urbano intenso e rallentato.
Può essere emesso da fonti di combustione come gli impianti di riscaldamento a gas, i fornelli a gas, i camini. Il problema risiede nel cattivo funzionamento di questi apparecchi, sia per una errata installazione e/o manutenzione sia per un’inadeguata ventilazione degli ambienti.
Altre fonti sono il fumo passivo e, come si è detto, il CO proveniente dal traffico veicolare, per cui la vicinanza di sorgenti outdoor (ad esempio, strade ad elevato traffico veicolare, garage e parcheggi) può avere un impatto significativo sulle concentrazioni all’interno degli edifici.

Effetti
II CO ha la proprietà di fissarsi all’emoglobina del sangue impedendo il normale trasporto dell’ossigeno nelle varie parti del corpo. Gli organi più colpiti sono il sistema nervoso centrale e il sistema cardiovascolare, soprattutto per le persone affette da cardiopatie.
Concentrazioni elevatissime di CO possono anche condurre alla morte per asfissia. Alle concentrazioni abitualmente rilevabili nell’atmosfera urbana gli effetti sono reversibili.
I sintomi vengono spesso confusi con quelli del raffreddore o intossicazione alimentare.
I bambini, gli anziani e le persone con problemi cardiaci e respiratori, sono particolarmente esposti a rischi derivanti dal CO.
Si stima che in Italia circa 165-200 decessi l’anno sono attribuibili ad intossicazioni avvenute a seguito di esposizioni accidentali al CO.

Misure

  • Essere sicuri che tutte le apparecchiature funzionino correttamente, in conformità a quanto previsto nei manuali di istruzioni;
  • Fare ispezioni annuali del sistema di riscaldamento e dei camini, provvedendo a far effettuare da personale esperto la manutenzione ordinaria e la pulizia degli stessi;
  • Non utilizzare forni e fornelli a gas per il riscaldamento della casa;
  • Non bruciare legna di carbone dentro casa;
  • Essere sicuri che i fornelli e le stufe abbiano uno sfogo verso l’esterno ed un sistema di aspirazione senza fughe;
  • Non usare stufe a kerosene in spazi chiusi senza aerazione;
  • Non lasciare mai un automobile accesa dentro un garage o comunque uno spazio chiuso.

Cosa fare in caso di intossicazione con Monossido di Carbonio?
Non sottovalutare i sintomi, specialmente se sono più persone ad avvertili.
Se si pensa di soffrire di intossicazione da CO, occorre:
Prendere aria immediatamente; aprire porte e finestre; spegnere tutte le apparecchiature di combustione e lasciare l’ambiente in cui si è riscontrata la presenza del fattore inquinante;
Dirigersi ad un pronto soccorso e avvisare il medico che si sospetta di avere una intossicazione di CO;

Formamldeide

Formula chimica: CH2O
Caratteristiche
La formaldeide è una sostanza gassosa incolore, di odore pungente caratteristico. E’ solubilissima nell’acqua. Essa è il più semplice componente della famiglia delle aldeidi e dei Composti Organici Volatili, che derivano da processi di ossidazione, a partire da idrocarburi, durante la combustione. La formaldeide rappresenta circa il 50% delle aldeidi totali emesse ed è ampiamente utilizzato nella produzione di numerosi prodotti per l’edilizia e anche nella fabbricazione di mobili. E’ anche un prodotto secondario della combustione e di alcuni fenomeni naturali, per cui è presente sia negli ambienti indoor che outdoor.

Sorgenti
Alle emissioni dirette va aggiunta la produzione secondaria di formaldeide in atmosfera in seguito a reazioni di ossidazione in presenza di luce diurna. La luce solare è però anche responsabile della dissociazione della molecola di formaldeide stessa.
La concentrazione rilevabile in atmosfera è quindi il risultato di un bilanciamento di effetti di emissione, formazione e dissociazione. Essa si aggira mediamente nel corso dell’anno sui 10 µg/m3.
Spesso negli ambienti all’interno delle abitazioni la concentrazione di formaldeide rilasciata per esempio dai pannelli truciolati usati per l’arredamento, è superiore a quella dell’atmosfera esterna inquinata.
La principale fonte di formaldeide indoor è data dalla presenza di legname di tipo pressato per il quale sono impiegate resine, urea-formaldeide e fenolo-formaldeide che rilasciano nel tempo questa sostanza (quindi nei mobili in truciolato e compensato, soprattutto quando sono nuovi). Anche l’abbigliamento e i tessuti per l’arredamento sono sorgenti di formaldeide. Dagli anni 70 molti proprietari di case, per scopi legati al risparmio energetico, hanno isolato le intercapedini delle loro abitazioni insufflando schiume a base di urea-formaldeide.
In uffici e ambienti residenziali la formaldeide si trova anche in tappezzeria, coloranti, materie plastiche, moquette, detersivi, conservanti, disinfettanti e fumo di tabacco.

Effetti
La formaldeide provoca facilmente irritazione alle mucose con cui viene a contatto. Sono così interessati naso, gola e vie respiratorie. Gli occhi sono immediatamente colpiti con arrossamenti, congiuntivite e tumefazione delle palpebre. Nelle vie respiratorie può provocare oltre all’irritazione anche l’iperattività bronchiale e l’asma. L’intossicazione acuta è nota per ingestione accidentale. Da alcuni studi sono emersi disturbi psicologici e neurologici quali perdita della memoria a breve termine ed ansia. Inoltre può provocare dermatite da contatto. E’ un composto cancerogeno per l’animale, e con forti sospetti per l’uomo benché non si sia ancora giunti ad una sperimentazione definitiva.

Misure
E’ importante sapere che il calore e l’umidità aumentano l’emissione di formaldeide e di conseguenza i disturbi da questa causati. Per questo è molto importante migliorare la ventilazione dei locali, aumentando l’intervallo di ricambio dell’aria al fine di ridurre i livelli di concentrazione.
In particolare, il tasso di umidità deve essere mantenuto tra il 40 ed il 60%.
Come per gli altri inquinanti la formaldeide si può combattere cercando di limitare l’uso dei prodotti che la contengono.
Si raccomanda inoltre l’utilizzo di determinate piante che possono contribuire sensibilmente alla neutralizzazione della formaldeide. Le piante per loro natura assorbono anidride carbonica e monossido di carbonio restituendo ossigeno; in generale le piante riequilibrano l’aria delle nostre case, ed alcune sono in grado di metabolizzare sostanze chimiche pericolose presenti negli ambienti confinati. Le piante più indicate per ridurre le concentrazioni di formaldeide sono: dracena, aloe, clorofito, crisantemo, gerbera, giglio, peperomia, sansevieria, ficus.

V.O.C.

Composti Organici Volatili
Caratteristiche
Con la denominazione di composti organici volatili (VOC) viene indicata una serie di sostanze sotto forma di vapore in miscele complesse, con un punto di ebollizione che va da un limite inferiore di 50-100 °C a un limite superiore di 240-260 °C. I composti che rientrano in questa categoria sono più di 300. Tra i più noti ci sono gli idrocarburi alifatici (dal n-esano, al n-esadecano e i metilesani), i terpeni, gli idrocarburi aromatici, (benzene e derivati, toluene, o-xilene, stirene), gli idrocarburi clorinati (cloroformio, diclorometano, clorobenzeni), gli alcoli (etanolo, propanolo, butanolo e derivati), gli esteri, i chetoni, e le aldeide (formaldeide).

Sorgenti
Negli ambienti confinati le sorgenti di VOC si trovano in:

  • Prodotti per la pulizia: cere per pavimenti e mobili (liquide e in aerosol), paste abrasive, detergenti per stoviglie, deodoranti solidi e spray, prodotti per la pulizia dei bagni, dei vetri, dei forni;
  • Pitture e prodotti associati: pitture (all’olio, uretaniche, acriliche), vernici a spirito per gommalacca, mordente e coloranti per legno, diluenti, detergenti per pennelli, sverniciatori;
  • Pesticidi, insetticidi e disinfettanti;
  • Colle e adesivi;
  • Prodotti per la persona e cosmetici;
  • Prodotti per l’auto;
  • Prodotti per lo sviluppo fotografico;
  • Mobili e tessuti;
  • Materiali da costruzione;
  • Apparecchi per il riscaldamento/condizionamento (serbatoi), cucine, camini;
  • Fumo di tabacco;
  • Sostanze di origine umana, animale e vegetale;
  • Acqua potabile: volatilizzazione durante docce o bagni;
  • Sorgenti outdoor: emissioni industriali, emissioni da veicolo;

Effetti
L’ esposizione ai VOC’s può provocare effetti sia acuti che cronici. Secondo le concentrazioni gli effetti acuti possono includere: irritazioni agli occhi, naso, gola; mal di testa, nausea, vertigini, asma. Mentre per esposizioni ad alte concentrazioni molti di questi composti chimici possono avere effetti cronici come: cancro, danni ai reni, fegato e danni al sistema nervoso centrale.
Le persone più predisposte ad ammalarsi sono quelle con problemi respiratori (come l’asma), le persone giovani e le persone sensibili ai composti chimici.

Misure
Per cercare di controllare l’esposizione ai VOC’s è importante:

  • Ridurre, quando possibile, il numero di prodotti e materiali contenenti VOC’s;
  • Provvedere ad una corretta aerazione della casa;
  • Mantenere l’umidità tra il 40 e il 60%;
  • Nel trattamento dei materiali contenenti VOC’s, se si usa un altro materiale per ricoprire, è necessario essere sicuri che il prodotto coprente non contenga altri VOC’s;
  • Usare purificatori per l’aria;
  • Fare un uso corretto dei prodotti secondo le indicazioni dell’etichetta;
  • Assicurarsi di ventilare la casa mentre si usano i prodotti per la pulizia: se sull’etichetta è scritto di usare il prodotto in un ambiente ventilato è opportuno utilizzarlo all’aperto o aprire tutte le finestre in modo che sia ben ventilato;
  • Se si usano prodotti come pitture o kerosene, comprare soltanto le quantità necessarie;
  • Ridurre al minimo l’esposizione di benzene;
  • Ventilare bene i vestiti che provengono dalle lavanderie perché di solito utilizzano percloroetilene per asciugarlo.

Alcune piante possono essere utili per ridurre le concentrazioni di VOC come la dracena, aloe, banano nano, syngonium podophyllum, tillandsia.

I.P.A.

Idrocarburi Polinucleari Aromatici
Caratteristiche
Gli idrocarburi polinucleari aromatici sono una classe di composti organici costituiti da anelli benzenici condensati, in numero variabile da due a sette.
Essi sono contenuti in quantità di una parte per milione nei combustibili fossili e nelle benzine. Vengono pertanto in parte liberati durante la combustione, in parte formati nel corso della combustione medesima, soprattutto quando questa avviene a temperature elevate e in carenza di ossigeno.
Non sono considerati VOC (Composti organici volatili) a causa della loro minore volatilità, anche se vengono classificati, tranne alcune eccezioni (naftaline), come composti organici semi volatili (sVOC). Gli IPA si caratterizzano per il loro basso grado di solubilità in acqua, l’elevata capacità di aderire a materiale organico e la buona solubilità nei lipidi e in molti solventi organici.
Sono presenti ovunque in atmosfera, vengono prodotti dalla combustione incompleta di materiale organico e dipendono dall’uso di olio combustibile, gas, carbone e legno nella produzione di energia.

Sorgenti
Negli ambienti esterni provengono dalla combustione di combustibili fossili, dai processi industriali, dalla combustione di carburanti per trazione e trasporto; sorgenti temporanee sono gli incendi in foreste e in campi agricoli.
Tipiche sorgenti sono i motori degli autoveicoli e, in particolare i motori diesel di grande potenza. In atmosfera gli I.P.A. più leggeri sono presenti come aeriformi, mentre quelli più pesanti si trovano per lo più sulla superficie di particelle fini di articolato carbonioso, pure emesse durante i processi di combustione.
Negli ambienti indoor provengono dalla combustione derivante dal fumo di tabacco e dalle apparecchiature che bruciano combustibili come: riscaldamento, forni e fornelli per cucina, camini. Sono presenti anche nei cibi cucinati sulle fiamme, affumicati, etc.
Gran parte degli IPA provengono dall’esterno attraverso le scarpe e gli indumenti, a causa della loro capacità di depositarsi sulla polvere e della successiva risospensione di quest’ultima che ne consente l’inalazione. In ambienti confinati si presentano sottoforma di vapore e parzialmente assorbiti su particelle sospese.
Le concentrazioni indoor di molti IPA sono generalmente maggiori di quelle outdoor ed in ambienti con fumatori si può arrivare ad un valore di concentrazione tre o quattro volte superiore.

Effetti
La concentrazione in atmosfera dalle singole specie di I.P.A. è molto bassa, dell’ordine del nanogrammo al metro cubo (ng/m3), mille volte inferiore a quella degli inquinanti fin qui considerati. Tuttavia alcuni di essi sono molto pericolosi per la salute: le proprietà tossicologiche variano in funzione della composizione chimico-fisica (disposizione spaziale e del numero di anelli condensati); il benzo[a]pirene (BaP) è quello maggiormente studiato e le informazioni sulla tossicità e l’abbondanza degli IPA sono spesso riferite a questo composto. Diverse specie di IPA sono classificate possibili cancerogeni per l’uomo. Inoltre molti I.P.A., non considerati cancerogeni, possono subire trasformazioni in atmosfera (combinazione con gruppi contenenti azoto o carbonio), che li trasformano in potenti cancerogeni.In genere le particelle sospese raggiungono direttamente gli alveoli polmonari.

Misure

  • Durante la cottura dei cibi è importante un’adeguata ventilazione e l’uso delle cappe d’aspirazione;
  • Ispezionare annualmente tutte le apparecchiature di combustione.

Fonte: APAT, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

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